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2 novembre: il giorno più triste

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S.M.O.R.A.
view post Posted on 1/11/2011, 20:04     +1   -1




sediaregista





Questo articolo è tratto dal sito www.pasolini.net/vita_sommario.htm dove è presente una ricca e dettagliata documentazione su un grande personaggio del novecento italiano



CITAZIONE

2 novembre: il giorno più triste



2 Novembre 1975 - Pier Paolo Pasolini viene brutalmente assassinato in uno spiazzo erboso presso un campetto di calcio all'idroscalo di Ostia. Riceve percosse e bastonate; agonizzante, viene travolto più volte con la sua stessa auto.
I capelli sono intrisi di sangue. Le tracce di pneumatici segnano la sua schiena. Le dita della mano sinistra sono rotte. Dieci costole sono fratturate. Il cuore è scoppiato. Muore quella notte uno dei più grandi intellettuali italiani. E anche uno degli intellettuali più scomodi che la letteratura del Novecento italiano annoveri. Non sappiamo ancora chi sia stato veramente e soprattutto quanti siano stati ad ammazzarlo, però sappiamo sicuramente che è stato linciato quando era in vita da quella borghesia che secondo Pasolini non era una classe sociale ma una vera e propria malattia, una serpe covata nel seno della società italiana. A tale riguardo Moravia aveva già detto che la borghesia italiana era capace di tutto, bastava volgersi indietro e constatare le responsabilità effettive del ceto borghese nella controriforma e nel fascismo.
L’omicidio Pasolini è tuttora non del tutto risolto: sarà Pino Pelosi a essere condannato per questo assassinio, ma molti aspetti del delitto non saranno mai chiariti. Nel 2005, dopo trenta anni di silenzio, Pino Pelosi, il ragazzo di vita che uccise Pasolini, cambia versione: «Io sono innocente. Non sono complice di nessuno. Non sono stato io l'assassino», dice a Franca Leosini che lo intervista per "Ombre sul giallo" (programma televisivo trasmesso da Rai3 sabato 7 maggio 2005) e accusa tre sconosciuti, tre giovani che parlavano "con un accento del Sud".
L’ex ragazzo di vita capovolge la versione che fornì ai giudici trent’anni prima.
Racconta che, dopo essere arrivati all’Idroscalo, scese dalla macchina e (qui il racconto cambia radicalmente rispetto al passato) dal buio della notte sbucano tre uomini sui quarantacinque, quarantasei anni: uno aggredisce il ragazzo, gli altri due si occupano di Pasolini. Pelosi racconta di esser stato picchiato, minacciato da una persona «con la barba, coi capelli ricci che mi ha preso per il collo, mi diceva “fatti i cazzi tuoi”». Pasolini è stato tirato fuori dalla macchina, hanno cominciato a picchiarlo in un modo che Pelosi definisce “inaudito”. Il ragazzo cominciò a reagire, «per difendere il signor Pasolini. Questo poveraccio urlava, mentre loro lo massacravano».
Racconta di aver preso una mazzata sul naso, di essere stato picchiato, preso per il collo. Sui tre uomini Pelosi non fornisce alcun dettaglio fisico, ricorda solamente che l’uomo che lo minacciò aveva la barba e i capelli ricci; racconta che avevano un accento del Sud, calabrese o siciliano, e che, mentre davano “una lezione a Pasolini”, insultavano il poeta dicendogli “sporco comunista”, “fetuso”, “arruso”, “frocio”. «Lui non reagiva, lo stavano massacrando, urlava», continua Pelosi. «Si aggrappava al tettuccio, non voleva uscire ma l’hanno letteralmente tirato fuori. Lo hanno picchiato selvaggiamente, finché rantolava». Poi la morte, avvenuta a causa dello schiacciamento di Pasolini a opera dell’Alfa Romeo GT dello scrittore, guidata da Pelosi, che travolge il corpo ormai agonizzante senza accorgersene.
Vi sono poi, oltre a quelle di Pelosi, le rivelazioni di Sergio Citti, fraterno amico di Pasolini che all’epoca del processo - malgrado avesse realizzato un filmato in loco a distanza di poche ore dal delitto - fu volutamente escluso dalle testimonianze: «Erano in cinque, Pasolini fu giustiziato: quella sera doveva incontrare chi aveva rubato le pellicole di Salò o le 120 giornate di Sodoma». Citti sostiene che Pelosi fosse un’esca. E ancora: «Pelosi, con Pier Paolo, aveva una sorta di appuntamento. Era lui che doveva condurlo ad Acilia [...] e siccome volevano essere sicuri che Pier Paolo ci arrivasse davvero, scelsero un ragazzo del tipo che piaceva a Pier Paolo, riccio, moro, muscoloso». Citti sostiene che Pasolini gli disse, poche sere prima di morire, che aveva trovato un contatto per riavere le pellicole del film, che aveva un appuntamento ad Acilia la sera del primo novembre. Ovviamente, secondo Citti, il ricatto delle pellicole del film Salò o le 120 giornate di Sodoma era soltanto un pretesto. Il poeta fu condotto a Ostia, e lì ci fu il massacro: «Picchiarono per uccidere, professionisti». Dopo tali dichiarazioni vi è stata, da parte degli avvocati del processo celebrato trent’anni prima, Guido Calvi e Nino Marazzita, la richiesta alla Procura di Roma di riapertura delle indagini. Il Comune di Roma, a sua volta, si è costituito parte offesa.
Carla Benedetti, studiosa di Pasolini, dopo le nuove dichiarazioni di Pelosi ha promosso a sua volta una raccolta di firme perché le indagini siano riaperte. L’elenco delle adesioni raccolte è stato consegnato nel luglio 2007 al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Nel luglio 2008 il colonnello del Ris di Parma Luciano Garofano ha dichiarato che le nuove tecnologie a disposizione possono consentire «di acquisire le informazioni necessarie a ricostruire finalmente la dinamica del delitto Pasolini», facendo sì che il caso non possa essere considerato chiuso. Spiega il colonnello Garofano che la prova del Dna e la tecnica del Bpa potrebbero essere «valide per rileggere le modalità del delitto». A modo di vedere di Garofano «l'analisi del Dna si potrebbe effettuare su molti reperti», poiché alcuni di essi «non sono mai stati sufficientemente presi in considerazione». Molte sono, infatti, secondo l'investigatore-autore di due volumi che ricostruiscono i delitti d'Italia che hanno fatto notizia, le «falle del percorso indiziario».
«La morte di Pasolini è stata come la morte di Gramsci», ha sostenuto Roberto Cotroneo nel maggio 2005. «Più che un assassinio, e più che un assassinio politico, come molti hanno sostenuto, l'assassinio di Pasolini è stato la fine di una possibilità, lo spegnersi violento e vile di un'intelligenza da cui non si poteva prescindere. E che doveva suscitare rabbia. Sono stati molti gli intellettuali importanti in questo dopoguerra. Abbiamo guardato l'Italia degli anni Cinquanta e Sessanta con gli occhi di Moravia, della Morante, dei fratelli d'Italia di Arbasino, dietro le nebbie della Ferrara di Bassani, attraverso la lente vivida e nitida di Volponi, con il sarcasmo amaro di Ottieri, e con la volteriana sicilianità di Leonardo Sciascia. Abbiamo imparato a leggere i segni del mondo da Umberto Eco e ci siamo mossi con rispetto e attenzione nei sentieri che si biforcano di Calvino. Ma Pasolini era altro. Moderno in una maniera strana. Con squarci improvvisi di futuro, e allo stesso tempo passaggi desueti».

Angela Molteni

 
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DAVIDE ^^
view post Posted on 5/11/2011, 17:17     +1   -1




Mi sa che questo,assieme a molti altri fatti sinistri...rimarrà un caso insoluto.
 
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S.M.O.R.A.
view post Posted on 6/11/2011, 12:27     +1   -1




Certamente ,fu un grande oltre che essere lungimirante,capì la crisi sia strutturale ,ideologica ed etica del nostro mondo e ne aveva da dire per tutti e per questo dava fastidio. Emblematica la sua definizione durante le contestazione degli anni 60/70 :" ragazzi borghesi e ricchi che danno addosso a poliziotti proletari del sud che non riescono a capire il loro arcano linguaggio politico e le ragioni di quella protesta ".Nei giorni scorsi qualcuno ha criticato Stratone per aver difeso Pasolini 8incazzandosi per una polemica fuori luogo in quel contesto) e il denigratore dava un'errata interpretazione a quelle parole definendo Pasolini un fascista ecc. Quel cretino ,che florileggia su Res , ( da questo si evince la loro confusione politica e morale e debolezza, altrimento lo avrebbero già buttato dalla Rupe Tarpea )
In quella definizione non si schierava con nessuno,ma sottolinava sempre con lungimiranza la contaddizione di quella lotta e soprattutto l'incomunicabilità tra le classi ,non superata e purtroppo gli effetti tragici si vedranno successivamente.
 
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2 replies since 1/11/2011, 20:04   30 views
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